La Crisi verso la Guarigione
Di Luca Militello
La salute e il benessere sono dei fattori importanti, se non fondamentali, nella nostra concezione di vita, anche se è difficile darne una definizione precisa e universalmente riconosciuta.
Questo perché, nonostante l’apparente ovvietà delle affermazioni appena fatte, in realtà il vero benessere è un concetto molto soggettivo e dipendente da molteplici variabili che tenteremo, almeno in parte, di sviscerare in queste pagine.
Tali elementi di differenza possono arrivare a mettere in discussione alcuni principi, ritenuti per alcuni degli assiomi cardine della propria vita, come ad esempio la motivazione che spinge a desiderare di vivere il più a lungo possibile e magari senza mai ammalarsi.
Il benessere
Ma partiamo dall’inizio: quando parliamo di benessere a cosa ci riferiamo?
Ognuno di noi può rispondere a questa domanda in maniera completamente differente, in quanto per ognuno lo ‘stare bene’ è direttamente relazionato alla propria visione della vita e alle priorità che nella vita stessa si hanno.
Questa prima considerazione, apparentemente banale e scontata, può fungere invece da stimolo di riflessione per avviare un processo di comprensione sull’andamento della nostra esistenza e sulle scelte che mettiamo ogni giorno in campo.
Evidentemente, se una persona è attratta dall’accumulo di denaro o principalmente da questioni legate alla sfera materialistica, il suo obiettivo probabilmente sarà quello di assicurarsi un certo tenore di vita agiato e, teoricamente, il più possibile privo di inconvenienti e preoccupazioni.
Diversamente, la persona che si sente invece meno coinvolta dal campo prettamente materiale cercherà di trovare altre strade da percorrere nella propria vita.
Questa differenziazione, lungi dall’essere esaustiva, serve solo a esemplificare in maniera grossolana dei modi di pensare e di agire che sono infiniti.
In un caso o nell’altro, però, il tema non è tanto sul tipo di scelta che una persona mette in atto, ma sulla motivazione per cui cerca di perseguirla.
Dalla reale motivazione si creano poi tutte le esperienze e le prove che l’individuo affronta per cercare di raggiungere il proprio obiettivo.
Si badi bene che, parlando di ‘motivazione reale’, mi riferisco ad un qualcosa che non necessariamente la persona interessata conosce direttamente (o ne sia consapevole), ma alla Vera Causa che Guida la nostra vita. Questo aspetto diviene il soggetto principale di approfondimento del presente articolo.
Per molti questa guida potrà essere definita come ‘il caso’ o ‘la coincidenza’ ma noi qui cercheremo di percorrere altre strade individuando altri elementi che ci possono aiutare a fare una diversa luce in questo percorso.
Basti pensare ad esempio che spesso, pensando di fare delle scelte che ci conducono in una certa direzione, voltandoci ad un certo punto indietro e osservando il passato, ci rendiamo conto di quanto invece il risultato sia completamente diverso da quello che ci eravamo prefissati. E non necessariamente peggiore, ma semplicemente inatteso!
Questo esempio non porta ad una conclusione definitiva, visto che i sostenitori della teoria della casualità degli eventi potrebbero portarlo a sostegno delle loro tesi.
Tuttavia dobbiamo ammettere, se non altro, che dovremmo mettere in seria discussione almeno il nostro presunto grado di libertà, la affidabilità delle nostre aspettative e dei nostri progetti, e su chi o cosa (nel caso esista) invece stia veramente governando gli eventi.
In questo articolo non approfondiremo le ragioni della teoria della casualità degli avvenimenti, che pure ha le sue ottime ragioni di esistere ed è probabilmente sostenuta da un gran numero di persone.
Ci occuperemo invece di esprimere quello che, dal punto di vista del piano non visibile (ma solo ai nostri occhi) , possa accadere e quali siano i principali processi che interagiscono durante la nostra millenaria esistenza.
Prima di proseguire ritengo necessario precisare alcuni punti.
La parte seguente del presente articolo è un piccolo estratto del risultato di un percorso di vita e apprendimento costantemente in evoluzione, supportato da esperienze dirette scaturite da cause e condizioni che si sono manifestate nel cammino di chi sta scrivendo, e da una volontà di ricerca che è sempre viva e presente. Ciò che viene presentato pur non essendo affatto nuovo in termini di concetti e di conoscenza, dato che da tempi immemorabili questi temi sono stati sapientemente espressi da Personalità con un certo grado di evoluzione (in riferimento alla coscienza e non necessariamente all’aspetto intellettivo) in tutti i luoghi del Pianeta, vuole essere più che altro una testimonianza vissuta di ciò che può significare, con tutti i limiti del caso, il tentativo di vivere seguendo certe Correnti interiori.
La stessa esperienza conferma, però, in accordo con il Piano Spirituale Evolutivo, che ognuno ha da compiere i propri passi e che quelli qui presentati e vissuti possono essere negati e perfino derisi nel momento in cui non intervenisse immediatamente in chi legge un principio di Risonanza (che agisce in maniera naturale) che consente in prima battuta un riconoscimento (non necessariamente accordo , ma comprensione di ciò di cui si sta parlando) di quanto viene condiviso e, successivamente, un possibile dialogo.
I temi qui trattati possono essere già conosciuti sotto varie forme e nomi, si confida quindi che l’interesse principale del lettore vada verso la sostanza e il senso delle argomentazioni e non la forma , anche se la forma è necessaria per la comunicazione. Le infinite tradizioni coltivate nel nostro Pianeta portano in sé un seme dell’espressione dell’essere umano, delle sue conoscenze e delle specifiche modalità di rapporto con il mondo interiore , denominandolo e definendolo in maniera diversa e apparentemente contrastante con le altre. Ma la separazione di solito avviene solo nei termini e nel voler appropriarsi di qualcosa che non appartiene ad alcuno se non a tutti. E questo aspetto è in parte anche origine del grande dramma separativo che l’umanità vive.
L’Essere Umano e la morte
Il grande passaggio che l’Essere umano, in quanto tale, sta affrontando, è proprio legato al percorso di conoscenza verso l’Origine della Causa, sempre presente e sempre esistita e che ha a che vedere con il significato profondo della sua esistenza (dell’uomo) e del suo vivere, morire, e ritornare a vivere attraverso un percorso ciclico di ricomparsa su questo piano terreno grazie al processo di reincarnazione.
La consapevolezza di questo Legame con la Causa viene ‘costruita’ lentamente di vita in vita, di esperienza in esperienza, fino a quando non diviene possibile creare un vero e proprio Canale di comunicazione con la Causa stessa, quella parte che conosce il nostro progetto di vita e ci guida nel viaggio terreno.
Per molti cicli di incarnazione l’essere umano ha sperimentato il significato della vita puramente materiale (come per cicli precedenti ha vissuto altre esperienze e come in futuro ne vivrà altre ancora), immerso nell’esperienza centrale del proprio corpo e delle proprie sensazioni fisiche ed emotive. Tutto è concentrato nei sensi, al punto che moltissimi uomini identificano sé stessi solo con il proprio corpo o con i propri possedimenti.
Alla luce di queste semplici considerazioni sarebbe quindi illogico e non naturale che oggi, nel turbamento mondiale e di crisi planetaria, non regnasse un tale malessere e una paura folle di perdere i propri averi, il proprio lavoro, il proprio credo, il proprio denaro, i propri cari. Paura di confrontarsi, paura di chi si avvicina. Tutto ciò conduce alla più grande paura , ovvero quella di ammalarsi e pensare di doversi separare anche dal proprio corpo e tuffarsi nel baratro ignoto della grande crisi della morte.
Sarebbe assurdo che, su queste basi, non accadesse ciò che sta accadendo e che sta spingendo l’essere umano verso una folle rincorsa cercando di controllare un futuro sempre più incerto e sempre più inafferrabile.
Già, incerto perché vorrebbe fondarsi ancora e sempre su quei principi illustrati precedentemente ed evidentemente sempre meno validi nell’attuale nuovo giro di giostra.
Non avendo sviluppato una propria àncora stabile, indipendente da tutto e da tutti, salda al proprio interno, a cui realmente affidarsi durante il susseguirsi dei cataclismi interni ed esterni sempre più frequenti e imprevedibili, l’attaccamento a ciò che di più concreto pensa di avere l’essere umano, appunto la materialità in tutte le sue espressioni, diviene l’unica presunta àncora di salvezza. Anche se sopravvivere può rappresentare la scelta più difficile e sofferente del mondo, il terrore dell’ignoto è comunque superiore e viene rigettato, ben sapendo che prima o poi l’Angelo della Morte busserà alla nostra porta.
Ma quanto più distante sarà quel momento, tanto più saremo felici di non pensarci.
Ammenochè non superiamo quella cortina di paura e decidiamo di fare delle scelte diverse.
L’Anima e la personalità
Consideriamo che il corpo umano, nella sua infinita bellezza e ancora inesplorata complessità, è ‘solo’ il veicolo. Provate a pensare ad un’auto tecnologicamente avanzatissima che però non può circolare se priva del suo conducente, il quale conosce il tratto di strada da percorrere e le varie tappe dove sarà necessario e importante fermarsi. Il legittimo creatore e responsabile del progetto di viaggio è l’Anima, che infonde Vita e Senso a tutto il Processo dell’incarnazione. Uso il condizionale perché ci sono altri fattori che dobbiamo tenere a mente.
L’Anima è la parte Spirituale, intangibile ma presente, che ognuno può definire come ritiene più consono per sè, intendendo però ciò che ha a che vedere con il mondo non accessibile ai sensi ( che non siano sufficientemente sviluppati), ed essendo l’Unico vero Custode di noi che resiste ai tumulti della successione delle nostre esistenze. In essa è presente l’essenza di noi, tutto ciò che realmente siamo. Nelle varie tradizioni Cristiana, Buddhista , ecc. può essere concepita e definita in maniera diversa, ma il significato è sempre lo stesso. L’Anima , in realtà, è anch’essa il veicolo (come lo è il corpo per l’Anima) utilizzato da una Entità ancora più elevata che ci appartiene , ma in questo momento non ci addentreremo in questo campo.
Tornando al veicolo, inizialmente, fino ad un certo grado di consapevolezza, le nostre scelte sono realizzate da un altro conducente che vorrebbe imporre sempre il suo dominio. Questo conducente è identificato dalla nostra personalità, la quale è composta di elementi perfetti per poterci far affrontare le prove di questa vita. Uso il termine ‘perfetto’ perché questi elementi in realtà sono stati individuati sul Piano Spirituale, antecedentemente la nascita, dalla nostra Anima (e non solo lei, che valuta tutta una serie di ‘parametri’ e fattori come il karma e molto altro) collocandoci così in un certo luogo, una determinata famiglia, un preciso contesto adatto alle prove da affrontare.
Fintantochè non sopraggiunge l’ardente desiderio e anelito di conoscere il vero Conducente, il veicolo è ispirato e guidato dalla personalità per i propri fini di sviluppo egoistico. Sviluppi necessari per comprendere che cosa significhi vivere e agire in maniera da esaurire tutto ciò che deve essere conosciuto a livello individuale ed egoistico. Per sequenze di vite la personalità ha il sopravvento e il comando delle decisioni, e tutto sembra procedere senza problemi, in quanto non è ancora giunto il momento in cui il richiamo dell’Anima possa essere considerato e ascoltato dal sordo viaggiatore la cui unica meta è lo sviluppo individuale. Può capitare che a causa dei propri desideri irrefrenabili egli possa fare cose che mai si aspetterebbe di fare, e di cui egli stesso può stupirsi. Ma il richiamo per l’esperienza individuale è ancora forte e la distanza con l’Anima , che pure è presente, rimane ampia. Egli, nei grandi momenti di crisi in cui subisce cocenti sconfitte, soffre e non comprende il perché degli avvenimenti, vivendoli e analizzandoli sempre e soltanto sotto la stessa chiave di lettura che a momenti gli offre grandi certezze, altre volte immense delusioni e patimenti. l’Anima osserva e conosce il momento in cui l’essere si incarna ,il momento in cui Lei (l’Anima) dovrà separarsi dal veicolo terrestre per tornare nel Regno che Le Appartiene con l’Esperienza terrena acquisita totalmente o in parte. Sì , perché il progetto dell’Anima rimane potenziale fino a quando non possa essere realizzato nell’esperienza umana. Non sempre l’obiettivo viene raggiunto a causa di scelte individuali occorse durante la permanenza terrena o altri fatti ed eventi che cambiano le condizioni, e per questo motivo sarà necessario attendere una nuova opportunità spirituale per ridiscendere nel luogo dell’apprendimento terreno.
Iniziare un percorso che volge lo sguardo verso l’alto, verso la guida, invisibile agli occhi ma non all’Ascolto interiore profondo, non è mai stato una moda o un fanatismo religioso, ma una realtà concreta che riempie il vuoto che ad un certo punto la personalità si accorge essere incolmabile e che ciclicamente si ripresenta.
Fino a quel momento l’essere incarnato si identifica con la propria personalità, non avendo la più pallida idea che quella è solo una fase della sua esistenza in termini spirituali, e che ciò che sembra così vero e assoluto, lo è solo fino a quando egli stesso si renderà conto del perché doveva sembrare così.
Il momento e la modalità in cui la creazione di questo vero e proprio Ponte tra la parte inferiore (la personalità) e quella superiore (l’Anima) comincia ad instaurarsi, è differente e insito nelle qualità specifiche di ognuno e nelle prove che dobbiamo vivere. Molti esseri possono non essere consapevoli del processo di contatto con la propria Guida interiore, eppure già effettivamente pronti e in cammino seguendone i dettami in maniera del tutto spontanea. Altri, a seconda dei compiti e dei progetti animici, svolgono differenti compiti nei loro campi specifici, ma sempre in accordo con il Grande Ciclo Evolutivo che riguarda tutti.
Psicologia , Anima, Mente , Cervello
Nell’epoca contemporanea, una delle scissioni più forti è avvenuta nel momento in cui una branca della medicina oggi così importante quale dovrebbe essere la Psicologia (che ricordiamo significa ‘Linguaggio dell’Anima’) ha voluto postulare e appoggiare tutte le sue ipotesi sulla seguente equazione:
Anima = Mente = Cervello
Separandosi in maniera voluta e consapevole dai maggiori filosofi e ‘indagatori delle tematiche interiori’ (astrologi inclusi) che studiavano i misteri invisibili dei moti interiori, con l’accusa di non utilizzare mezzi ‘scientifici’.
Questo fatto non solo è stato determinante nell’orientare la ricerca verso una ben determinata direzione ritenuta l’unica corretta e indiscutibile, ma ha generato una infinità di anomalie e incomprensioni sulle afflizioni mentali (e non solo) che un individuo possa vivere.
Il problema quindi è che tutto ciò che non è ‘misurabile’ e ripetibile secondo le condizioni scientifiche non è considerato, come se non esistesse. Quindi dovremo attendere ulteriori scoperte, come ad esempio è accaduto nello studio delle Neuroscienze che attraverso l’avvento della tecnologia hanno potuto identificare e catalogare le attività cerebrali e le funzionalità associate, per poter riconsiderare le scoperte sotto altra luce. Come sempre è accaduto.
Nel frattempo si sviluppano continuamente altri metodi di indagine, di percezione , di studio e di supporto che , anche se non avallati ufficialmente dalla scienza, si rivelano comunque assolutamente benefici e fruibili ad un gran numero di persone che ne diventano testimoni. E anche questo è un fatto.
Riferendoci all’equazione iniziale sulla visione della Psicologia ufficiale, e volendo semplificare i ruoli e i significati, si confonde il vero Conducente (l’Anima) con il Veicolo (il corpo e il cervello) mettendo sullo stesso piano anche la Mente (che invece può essere vista come un elemento di congiunzione tra i due e che fino ad un certo punto è influenzata dagli intenti della personalità). E’ evidente, quindi, che se lo studio e la cosiddetta cura avviene pensando che il vero responsabile di tutto sia sempre e solo il cervello, si perde di vista il processo nella sua globalità, molto più ampio e interessante, che in realtà agisce e condiziona gli elementi materiali , e di cui il cervello è il grande coordinatore.
Può quindi accadere che in un percorso di guarigione, la stimolazione di qualsiasi genere (medica o di altra natura) che focalizza la propria attenzione solo sui segnali fisici del paziente e sulle reazioni agli stessi, possa non determinare i risultati attesi. Il corpo, di cui indubbiamente è importante avere la massima cura e considerazione , essendo il mezzo principale attraverso cui la parte spirituale si manifesta nel mondo fisico, riceve i comandi da un altro piano, da chi in quel momento governa il veicolo. Quindi, se paragoniamo il corpo come in precedenza ad un’automobile, e se siamo incappati in un incidente (un trauma, malattia o altro) in cui l’abbiamo sfasciata perché il conducente è ubriaco , non è sufficiente che l’auto venga rimessa in sesto se chi la guida continuerà ad essere in uno stato di squilibrio. E’ facile prevedere che di lì a poco accadrà un nuovo evento, probabilmente non atteso, se non si comprende la ragione per cui il conducente non è lucido.
Il cervello qui rappresenta la centralina elettrica dell’auto, sofisticatissima e perfetta in ciò che deve svolgere. Egli può addirittura monitorare costantemente alcuni parametri che gli stanno indicando una guida a rischio e può pure segnalare al conducente che continuare in quella maniera può essere molto pericoloso. Ma se non viene indagata la ragione del disagio di chi guida, non si può arrivare al nocciolo della questione.
L’insorgenza di qualsiasi disturbo o disequilibrio, ha la sua origine da quel piano più elevato che nasce spesso dall’impossibilità che la parte più profonda ha di esprimersi ( a causa di un acceso conflitto con la personalità, l’altro abitante del veicolo), oppure perché l’Anima è impossibilitata a continuare il percorso perché le condizioni non lo consentono più, o perché ha concluso il percorso stesso in questa incarnazione. Da qui, a cascata, hanno luogo dei processi a catena che, come ultimo risultato, hanno l’espressione fisica della malattia e (non necessariamente) la morte; cambiano i comportamenti , i pensieri, i processi fisici e chimici, coerentemente con il segnale originato dalla cabina di comando.
La perfezione della manifestazione della malattia (come si esprime, quando e in quale misura) contiene già in sé dei messaggi precisi sull’origine e sul motivo della sua presenza. Segnali che quasi sempre vengono ignorati perché non si individua il vero mittente.
E’ quindi assolutamente interessante e importante sottolineare che quanto qui espresso non è contrastante con quello che viene affermato dalla ‘scienza accademica’, essendo gli effetti fisici che quest’ultima vuole misurare e considera veritieri effettivamente riflettenti un processo molto più ampio che origina però dal piano spirituale. Non a caso, come spesso avviene, la scienza stessa deve periodicamente ritrattare delle considerazioni effettuate precedentemente in quanto rivelatesi infondate o non appropriate, tanto più quando si ha a che fare con fenomeni legati a manifestazioni non tangibili che nascono al nostro interno , come nel caso del funzionamento della mente.
Malattia e Guarigione
In pratica, la malattia, come qualsiasi mezzo di comunicazione , è un modo di dialogare tra il piano interiore dell’essere e la sua parte manifesta, il mondo tangibile. Sopprimerla senza comprenderla significa attendere che essa, al momento opportuno, ritorni sotto altre spoglie.
Il processo stesso di guarigione, inteso come ‘comprensione vera e profonda di ciò che accaduto’ può avvenire in qualsiasi forma, non importa quale, essendo tutti gli esseri differenti e non replicabili. Non importa se una persona creda o non creda in qualcosa, se sia religioso o meno, se segua un metodo di cura o altro. Tutto ciò che accade è adatto allo specifico individuo e funzionale alla crescita di coscienza e alla comprensione che prima o poi avverrà di ciò che si è vissuto o si sta vivendo.
In tutto questo processo, l’attenta osservazione di quanto giornalmente ci accade, produce un vero e proprio tracciato del cammino che stiamo facendo, e più lo osserviamo nei dettagli, più possiamo cogliere degli indizi sulla qualità e sul reale senso della esperienza che stiamo vivendo. La nostra vita è una continua scuola a cui ci siamo iscritti e che ci induce a studiare e comprendere ciò che stiamo facendo. I tempi e i modi per superare gli esami dipendono da molti fattori che hanno a che vedere con la nostra consapevolezza, il nostro impegno e la nostra volontà ad aprirci e migliorarci.
Può essere che una persona mentre sta affrontando una grave malattia, scopra delle cose di sé che non sapeva letteralmente di avere. Molti individui vivono delle vere e proprie conversioni (non solo o non necessariamente religiose) che cambiano completamente la loro vita, indipendentemente dal fatto che le stesse persone sopravvivano o meno a quella malattia. A seguito di un evento traumatico molti cambiano la loro esistenza dedicandosi agli altri, avendo compreso l’importanza del messaggio di altruismo e compassione seminato dal Cristo. Non è raro che molte di queste persone arrivino a benedire il fatto di essere state afflitte da qualche esperienza apparentemente senza via di uscita che ha cambiato loro la vita, in quanto determinante nel permettere un cambio radicale nel loro modo di vivere che risulta poi essere molto più gioioso e pieno.
Altri sono invece stritolati dalla paura e vivono angosciosamente gli ultimi giorni della loro vita, senza avere il coraggio e la forza di approfittare dell’occasione per poter vivere i passaggi preliminari verso l’altro Piano come un evento eccezionale di avvicinamento alla propria Anima che in quei momenti diventa più accessibile.
Dal punto di vista umano questa rivisitazione dell’avventura terrena può sembrare tragica e difficile da comprendere, ma da un punto di vista di chi ha necessità di sperimentare e imparare (l’Anima) questa è una occasione essenziale per il proprio cammino.
Non deve certo essere enfatizzato il fatto che la malattia e il disagio siano augurabili a sé stessi o agli altri. Quando l’individuo comincia a sviluppare una certa consapevolezza diviene più cosciente di quali siano le proprie reali responsabilità, i propri obiettivi e la sua funzione all’interno della società. Di conseguenza egli è pronto per poter muovere i propri passi senza attendere che necessariamente sopraggiunga un momento di grande sofferenza o tumulto umano per agire, accettando di andare incontro alla propria esistenza senza procrastinare ciò che sa di dover affrontare. E’ pur vero che ancora in questa epoca l’essere umano , sordo alle vere richieste del proprio sentire, impara grazie soprattutto alle spinte degli eventi che lo mettono all’angolo facendo emergere le più grandi paure, e consentendogli di toccare con mano la cruda sofferenza che diviene il propellente necessario per superare i confini e le cristallizzazioni non più utili ai fini della coscienza.
Cominciare a ipotizzare questo tipo di scenario, dove il punto culminante è l’Esperienza e che ciò che la precede non è altro che la preparazione del processo con cui quella Esperienza si manifesterà, aiuta a comprendere e a vivere la propria esistenza in una forma tutta diversa e decisamente più piena e consapevole.
A quel punto il concetto di benessere inizia a modificarsi e ad assumere connotazioni prima impensabili, perché nel momento in cui la personalità termina il suo compito e comincia a sottomettersi volontariamente alla Luce dell’Anima, l’individuo cambia radicalmente quelli che erano i principi ritenuti capisaldi della propria esistenza, potendo ammirare orizzonti nei quali osserva il flusso degli eventi essendo consapevole di essere solamente un piccolissimo ma importante ingranaggio di quell’enorme Progetto.
La sua focalizzazione, prima accentrata completamente sulla sfera della personalità, si trasferisce lentamente ma inesorabilmente nel mondo dell’Anima, unendosi a Lei attraverso stadi successivi.
A mano a mano che procede si accorge che la cosa fondamentale diviene quella di rimanere nell’Ascolto attivo verso quella parte di noi che con Amore ci guida e conosce il nostro destino , agendo in conformità con ciò che più ha a cuore, avendo come effetto la generazione di una corrente di vita mai sperimentata prima ,così abbondante da poter essere distribuita senza alcuna richiesta di ricompensa.
E’ naturale che, come in precedenza egli fosse ancorato alla sfera materiale perché non conosceva altri riferimenti certi, ora, riconoscendo l’importanza e la Bellezza di tale perfezione, egli non si preoccupi più di quanto tempo gli rimanga da vivere o se e di cosa dovrà ammalarsi, ma del come assecondare e favorire quella Fonte che lo nutre e lo spinge verso il proprio vivere , sapendo che la stessa vita continua senza sosta e con una intensità infinitamente maggiore anche dopo il processo necessario e naturale della morte fisica.
Questo, essendo un modo diverso di concepire e sentire, inevitabilmente inizialmente causa enormi conflitti nella propria vita, soprattutto con le persone che lo circondano e che non possono comprendere la trasformazione in atto.
Si crea temporaneamente o per lungo tempo una distanza che umanamente può essere molto pesante e angosciante, in cui egli si allontana da ciò che non lo attrae più e che però rimane punto fermo per altri. La concezione della permanenza terrena, i riferimenti e le esigenze sono totalmente differenti e questo implica dei riassestamenti anche a livello sociale e nelle persone con cui si relaziona.
Questo è parte della prova a cui deve far fronte cercando di mantenere sempre il cuore aperto e la capacità di analizzare con sincerità e onestà e con coraggio le varie vicissitudini che gli si presentano.
Capiamo quindi come i risvolti psichici, fisici, emotivi (già di per sé meccanismi molto articolati) non siano i soli ad intervenire nella complessità di vita dell’individuo, e che anche le spinte interiori producono delle direzioni e virate che possono sembrare davvero inspiegabili e sintomi di pura follia, se non analizzate sotto la lente del Piano Spirituale.
Fermo restando che pure esistono gravi patologie che nulla hanno a che vedere con quanto appena espresso. Ma ciò non fa che accentuare ancora di più la necessità di avvicinarsi in maniera specifica a ciascun individuo, essendo egli la sintesi di tutte queste forze.
Nel caso in cui sia effettivamente in corso un grande processo di trasformazione evolutivo e fino a quando non avrà superato un certo grado di consapevolezza, l’individuo non potrà esimersi dal vivere il dolore, la gioia, la perdita e le preoccupazioni (essendo queste tappe fondamentali della sua crescita), ma le vivrà in maniera completamente diversa sapendo che esse arrivano come esami da affrontare e non come maledizioni da rifiutare o sfortune del momento.
Quando ciò sia ben compreso e giornalmente vissuto e provato sulla propria pelle, è possibile che egli cominci a sviluppare un grande senso di empatia nei confronti delle difficoltà e dolori altrui, desiderando di aiutare e sostenere chi sia afflitto dai mali che anch’egli ha sperimentato.
Questo sentimento sgorga in maniera spontanea nel momento in cui l’interessato se ne accorga e ha come obiettivo di supportare ogni essere in cammino verso il riconoscimento della propria origine.
Egli distingue il processo virtuoso che in tale maniera viene innescato e sa che nella sua semina risiede il lento ma efficace progresso che conduce ogni essere a poter esprimere i propri reali Talenti, puri e non contaminati da interessi che non siano quelli di creare quel vago bene comune di cui molto spesso si parla ma che non può essere garantito da leggi o falsi accomodamenti, o tanto meno da atteggiamenti violenti, di costrizione e soppressivi.
Ma soprattutto, che una volta che si è stabilita la connessione con la propria parte spirituale, questa sarà il Faro e la speranza del Mondo.
I grandi Insegnanti di tutti i tempi ci hanno fornito strumenti, tecniche, formule e vie per poter accedere a questo genere di consapevolezza, ben sapendo che tutti questi strumenti sono importanti se utilizzati come mezzi e non come fine. Siamo noi, attraverso le nostre scelte, atteggiamenti e opinioni che possiamo decidere come utilizzarli, ed è solo attraverso la nostra viva esperienza che possiamo fare tesoro di ciò che fino ad un certo punto precedente, possiamo solo ipotizzare.
Non è possibile forzare questo processo e, tentando di farlo, si può incorrere in risultati spiacevoli. E’ però possibile , nei tempi e nei modi appropriati, avvicinarvisi esercitandosi con sincerità e onestà nella messa in atto di qualità nobili che nella maggior parte dei casi le persone sono in grado di riconoscere perché universali come memorie della nostra provenienza e meta finale.
I Sentimenti e i Pensieri elevati che anelano alla Bellezza e alla reale Fratellanza, aprono squarci di Luce al nostro interno, dove la nostra personalità comincia a vacillare e a riconoscere che deve cedere il timone del controllo al Vero Conduttore, l’Anima appunto. Nutrendosi di traguardi individuali, la personalità prima di inchinarsi al servizio dell’Anima ingaggia con lei una potente e letale lotta il cui esito è fino all’ultimo incerto. Ciò può implicare anche lunghissimi periodi di crisi e instabilità psichica e fisica dove l’interessato, se sopraffatto dalla lotta, può arrivare a nutrire sentimenti e atteggiamenti negativi estremi verso sé stesso ma anche verso gli altri.
Come già detto, molte forme di disagio psichico e depressione sono in realtà mosse da questo tipo di conflitto che, se non compreso ma soppresso e combattuto solo attraverso un’analisi di tipo meccanico, possono provocare perfino la decisione del definitivo abbandono prematuro del corpo da parte dell’Anima.
Questi sintomi quindi possono indicare dei meravigliosi cambiamenti che stanno germogliando nel fecondo spazio interiore dell’individuo che chiede di essere supportato.
La Meditazione e l’introspezione
Spesso questi periodi possono essere sollecitati anche in concomitanza dell’inizio di pratiche come la Meditazione , Preghiera, Contemplazione,Ispirazione e, in generale , l’indagine interiore. E’ difficile capire dove inizi una e finisca l’altra in quanto l’esigenza di introspezione solitamente indica un momento dove l’individuo cerca ‘dentro di sé’ le risposte alle sue angosciose domande; quindi che questo avvenga all’interno di un monastero, in una chiesa, durante una creazione artistica, in un ospedale o in chissà quale condizione nella propria vita quotidiana , è di importanza relativa.
Ciò che è importante è che, nel momento in cui l’individuo sente il richiamo della sua parte animica, può attivare delle modalità per cercare di agevolare (se si può usare questo termine) questa Connessione.
Sviluppare questo Contatto , alla luce di quanto affermato in precedenza, può diventare quindi una svolta importante nel processo di consapevolezza e di comprensione delle problematiche che lo affliggono.
L’utilizzo della Meditazione , come ampiamente dimostrato anche da studi scientifici ormai consolidati, aiuta la persona ad attivare delle precise aree del cervello che stimolano sostanze in grado di portare pacificazione, calma, benessere a tutto l’organismo.
La scienza e molti speculatori spesso si soffermano solo su questo aspetto, stupendosi della capacità che attribuiscono sempre al cervello ed elaborando piani creativi per rimpinguare il proprio portafogli o per raggiungere obiettivi discutibili.
A parte questi ambiti però, potremmo dire che questo, pur essendo di per sé già un risultato clamoroso e fuori discussione , è in realtà un effetto collaterale di ciò che avviene ad un livello più profondo, ovvero l’alimentare quel dialogo con la Fonte. Il Cervello quindi, è colui che viene stimolato dalla Mente in maniera tale da mettersi in una condizione che poi può essere rilevata anche attraverso gli opportuni strumenti.
In Meditazione, infatti, possiamo avere delle intuizioni o dei lampi di comprensione che magari con grande difficoltà possiamo raggiungere in una situazione dove la nostra attenzione è attirata da miriadi di cose diverse. Non è quindi la tecnica che consente questo risultato, ma lo stato di coscienza in cui ci troviamo. La tecnica è il mezzo che utilizziamo per esercitarci e per esplorare il nostro mondo interiore.
Al di là di tutti i ragionamenti che ognuno può fare e che possono condurre verso altre direzioni, la cosa importante è sottolineare che attraverso quel processo riusciamo ad entrare in uno stato dove realmente le cose ci appaiono in maniera diversa e concretamente possono ispirarci in valutazioni molto pratiche da attuare nella nostra vita.
In quello stato di coscienza, a seconda del proprio grado evolutivo, riusciamo a percepire un lembo di noi stessi. Ecco perché uno degli effetti può essere quello di ritrovarsi sempre più calmi e lucidi. Ma può anche accadere che, nell’aprire quella porta interiore, dobbiamo affrontare delle questioni irrisolte che il nostro Messaggero ci porge con amorevolezza e determinazione. Capiamo quindi che l’obiettivo dell’Anima non è di renderci la vita facile e senza problemi, ma quello di andare verso la Verità , qualunque essa sia e fonte di reale cambiamento positivo per il nostro cammino di comprensione. Solo avendo spinta e coraggio per incontrare la verità saremo in grado di vedere e risolvere i nostri conflitti e di essere veramente amorevoli e pazienti con gli altri; diversamente, ci illuderemo che , poiché meditiamo o facciamo qualsiasi percorso spirituale o altro ancora, saremo calmi e gioiosi.
Nuovi sviluppi
Nella nostra epoca l’intensità dello stimolo Spirituale verso la ricongiunzione con l’Anima aumenta di giorno in giorno, producendo una spinta importante nel processo che conduce verso la risoluzione del conflitto interiore, sia singolarmente e di conseguenza globalmente. La progressione di questo processo conduce di conseguenza ad una rivisitazione totale in tutti i rapporti umani che oggi stiamo vivendo, ma la stessa intensità, universalità e apparente confusione di tale trasformazione ci indica anche che trattare alla radice questo malessere è un’opera non più prorogabile nel tempo.
Diventa così’ importante comprendere che ognuno , poco alla volta, deve diventare vero padrone delle proprie scelte e del proprio destino, perché è soltanto lui che può risolvere in maniera definitiva quel conflitto.
Il raggiungimento di questo traguardo deve passare attraverso un vero e proprio processo di Purificazione, che ha proprio a che vedere con quella battaglia tra le forze interiori che ci compongono. Non a caso stiamo osservando un aumento vertiginoso di disturbi nervosi e vascolari, malattie sintomatiche di aumento di pressione interna a tutti i livelli (che talvolta viene definito semplicemente ‘stress’) che sempre più preoccupano i nostri centri di cura , i quali spesso non possono far fronte ai grandi interrogativi che gli stessi pazienti pongono.
Molti operatori, anche della medicina ufficiale, stanno comprendendo che il solo ambito meccanicistico che nella maggior parte dei casi la medicina sposa non è sufficiente per spiegare e curare tutti i fenomeni e i disturbi che molte persone manifestano, e quindi si aprono anche ad altre vie.
Ciò conduce verso le , molto spesso in campo scientifico innominabili, Energie Spirituali, che altro non sono che Leggi più ampie di quelle che già si conoscono, lo studio della quali può portare ad una nuova concezione della guarigione medica fondendosi e integrandosi con essa per produrre reale benessere per la persona, per i rapporti e per lo scopo di vita, scoprendo definitivamente senza paura che l’essere umano è qui in missione evolutiva. Lo studio e la seria indagine in questi campi potrà dare un fondamentale contributo allo sviluppo armonico dell’essere , includendo la possibilità di comprendere e individuare le reali caratteristiche ed esigenze animiche dell’individuo in maniera da favorirne la crescita e il proprio campo di esperienza che si avvale della Legge della Rinascita .