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Parlando di Musica

 

                                       Di Luca Militello

 

Quando si parla di musica, spesso lo si fa trattando il tema solamente dal punto di vista tecnico e/o estetico, a volte rilevando aspetti che hanno a che vedere con le proprie emozioni (l’attimo dopo succede di frequente che tali emozioni vengano relegate in qualche angolo della coscienza perché ritenute ‘distanti’ dalla realtà) o con ciò che in quel momento un ascolto ha suscitato in noi; ma quasi mai ci si sofferma sulla reale importanza e l’influenza che la Musica ha nella nostra vita e nel nostro percorso di essere umani.

Come anche la scienza sta supponendo e dimostrando ormai da qualche anno, cominciamo a percepire che ogni cosa e ogni essere ‘vibra e suona’ seguendo delle Leggi precise che sottostanno alla Logica della Vita.

Queste Leggi, conosciute e applicate in epoche antiche, sono state poco alla volta dimenticate e divenute nuovamente sconosciute in favore di altre credenze che hanno portato l’essere umano ad una sorta di rinnegazione delle proprie origini armoniche.

 

 

 

Le distorsioni e le disarmonie oggi sono visibili in qualunque campo della nostra vita, non è necessario soffermarsi su questo aspetto per poterlo verificare. Basta osservare e percepire attorno e dentro di noi i continui malesseri più o meno grandi che questo stato di cose sta provocando.

Eppure, nell’esperienza diretta della Musica, riuscendo a porsi in una condizione di ascolto senza barriere e pregiudizi, può capitare che immediatamente tutto il disagio possa polverizzarsi e dissolversi, regalandoci uno squarcio di ricordo circa la nostra origine di Luce e di Armonia.

Quando ciò avviene, siamo in grado di dialogare con una parte più profonda di noi stessi, che va al di là delle nostre emozioni momentanee e talvolta del nostro volere individuale (spesso legato solamente ad obiettivi materiali); questa parte di noi stessi, sempre presente e senza tempo, può manifestarsi quando riusciamo a raggiungere uno stato minimo di calma mentale dove i pensieri perdono la loro insistenza e la loro presunta forza, lasciando spazio alla Realtà Superiore. La Musica in realtà agisce sia nella fase di ‘pulizia’ dei pensieri, consentendoci di liberarci dalle pressioni e dalle interferenze abituali che agiscono proprio nella nostra mente condizionando tutte le nostre espressioni di pensiero e di sentimento, ma anche nella fase successiva (anche se di fatto la sequenzialità è solo convenzionale) dove letteralmente ci apre le porte della Realtà del Suono che è in noi.

Se potessimo rimanere costantemente o più a lungo in quello stato d’animo, potremmo osservare che tale condizione, simile al sogno contemplativo privo di qualsiasi contrasto interno ed esterno, è la parte veramente reale che ci appartiene e con la quale costantemente dialoghiamo, inviolabile e perennemente presente.

La riscoperta di questo prezioso significato che la Musica veicola, è una delle chiavi della nuova Arte educativa oggi così necessaria da far riemergere e che nel tempo troverà sempre più consenso in quanto parte imprescindibile del processo di passaggio che l’Umanità sta vivendo.

Mettersi in ascolto di alcune opere immortali, come quelle rappresentate dalla maggior parte della cosiddetta musica classica, significa intraprendere un viaggio nella propria memoria, solcando le vie che conducono direttamente alla fonte che ci dona la vita.

Per questo motivo, a volte alcune persone trovano difficoltà ad avvicinarsi a questo genere di musica, essendo essa direttamente coinvolta nel processo che ci accompagna davanti alla soglia della nostra anima.

Superato però l’ostacolo iniziale, legato il più delle volte solamente a preconcetti e idee errate che ci siamo creati, può accadere che ci si ritrova letteralmente sbalzati in un successivo stato di benessere, induttore di commozione ed emozioni mai sperimentate nel momento in cui riconosciamo tra le pieghe di una sinfonia di Beethoven un lampo di Verità. Eppure, nel tempo, ci si rende conto che questo (già di per sé un evento così potente e sufficiente a farci riconoscere come inutile al confronto l’effetto delle più potenti sostanze che alterano e danneggiano la mente!) è solo l’inizio di un viaggio che ci induce ad oltrepassare i confini perfino dei nostri sentimenti per abbracciare qualcosa che ci accorgiamo stare molto più in alto.

La grandezza delle Opere di Beethoven o di altri compositori consiste nel fatto che il Musicista, per poterle ‘tradurre’ e renderle udibili nel Piano materiale, si pone in una condizione ideale per poter essere ispirato e rendersi Servitore della Musica, senza chiedere nulla in cambio ma godendo e vivendo di quella condizione sublime.

Considerando tali presupposti è quindi evidente che, in questi casi, è perfettamente inutile inserire la Musica in una certa categoria o classifica, essendo avulsa da qualunque moda e momentaneo egoismo di chi l’ha creata (essendo il creatore stesso il suo umile messaggero), ma appartenendo invece ad un piano senza tempo e quindi immortale e sempre nuova.

E’ altrettanto evidente che per poter essere ‘portavoce’ di una tale purezza armonica divina, l’essere che veicola questo messaggio deve incarnare una capacità tecnica e una sensibilità musicale sopraffini, ma ancor di più, egli stesso deve immergersi in una condizione di purezza spirituale tale da consentirgli di poter svolgere questo lavoro.

Ma la Musica non si limita ad offrire il suo Canto solo ai suoi messaggeri, offrendo anzi a chiunque si avvicini con umiltà e leggerezza alla sua sterminata bellezza, infiniti spunti per entrare in intimo contatto con essa, essendo ispiratrice creativa della nostra vita e delle nostre opere quotidiane, piccole o grandi che siano.  Essa ci insegna costantemente a tenere in considerazione i ritmi della Vita e la proporzione delle cose. Lentamente, farsi assorbire dal suo benefico afflusso significa riconoscere entro sé stessi la sostanza musicale. Nel momento in cui ci abituiamo a vivere la nostra esistenza da quel piano, siamo consapevoli che tutto quanto ci accade è perfettamente in linea con lo ‘spartito della nostra vita’. Ogni nota, anche se talvolta apparentemente dissonante, è lì per dare un nuovo significato all’Opera che stiamo scrivendo. La nostra Opera. Più riusciamo a capire quale pagina dello spartito stiamo interpretando, con quale ritmo e con il tempo assegnato, con le pause e le riprese. Più ci immergiamo nello studio del nostro spartito e meglio comprenderemo gli accadimenti e le motivazioni degli accadimenti. Arriveremo ad osservare il divenire della melodia e dell’armonia e i loro cambiamenti in funzione della Sinfonia che alla fine sarà compiuta e di cui noi siamo stati i Direttori d’orchestra.

Osservare la propria esistenza da un piano più profondo e poter vedere le cose da un punto di vista diverso e più alto, è una azione molto concreta che noi possiamo mettere in atto nel momento in cui ci concediamo di abbassare le barriere che nella vita quotidiana ci costruiamo e che riteniamo essere necessarie per la nostra sopravvivenza.

Salvo poi accorgerci che tali barriere molto spesso ci impediscono di vivere secondo il nostro anelito interiore, ma assecondando altre logiche consolidate che crediamo di conoscere a fondo.

La Musica ci concede il suo amorevole aiuto perché ci porta una ventata di Verità direttamente dalla Pura Sorgente della Vita, e ci ricorda così chi siamo veramente. Sta a noi rinvigorire questo messaggio rendendolo tangibile nella nostra vita quotidiana, ma prima dobbiamo averlo chiaro al nostro interno.

 

Luca Militello da molti anni, oltre a proporre incontri e percorsi sulla Musica, la Meditazione e il loro utilizzo, offre il suo aiuto rendendosi disponibile per incontri individuali con persone che si sentono in difficoltà e stanno attraversando periodi particolari della loro vita.

Gli incontri individuali non devono intendersi come sostitutivi di eventuali altri percorsi di natura medica o psicologica.

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